mercoledì 31 dicembre 2014

Il post di fine anno...


Il 2014 si sta allontanando mentre si avvicina il 2015, molti di noi ripongono molte speranze nell'anno che sta per arrivare e come tutti anche io non faccio eccezione. Ripongo speranze nel concludere i miei obbiettivi del 2014 e ripongo speranze anche nel raggiungimento di un nuovo obbiettivo , a lungo sognato, a lungo desiderato e per il quale mi impegnerò molto di più di quanto abbia fatto fino ad ora. Ognuno di noi ha vissuto esperienze diverse in questo anno, ed ognuno di noi oggi è più vecchio rispetto all'anno scorso ( che cosa ovvia ), ma è anche cresciuto, ha vissuto nuove emozioni, nuove situazioni ed ha anche acquistato un modo di vedere le cose più "maturo" ( forse non tutti :P ). Confido in un 2015 migliore del 2014, che non è stato di per sé brutto, anzi è stato l'anno del cambiamento, almeno per me. Ho potuto constatare una grande "evoluzione" nel mio carattere, nel mio modo di approcciare alle cose e ho scoperto anche delle abilità che nemmeno pensavo di avere, per me è stato un buon 2014. Dalle mie parti è anche caduta la neve, che ha imbiancato tutto. In genere non cade la neve vicino Napoli, ma quest'anno la neve per me acquista un significato in più. Con il suo ricoprire le cose, imbiancare tutto sembra quasi che ci voglia dire che è il tempo di scrivere qualcosa di nuovo, su una pagina bianca che non reca nulla, se non il vuoto che viene riempito dai nostri pensieri, dalle nostre esperienze e dai nostri sentimenti ( ove presenti ). Questo è l'invito che do a tutti, di iniziare a scrivere un buon 2015, un 2015 dove ognuno di noi potrà essere un passo avanti.
Inoltre ho notato che il vuoto che ci attende, rappresentato da quel bianco della neve, a volte disorienta, ci rende insicuri, ci rende timorosi ma in realtà dobbiamo coglierla come possibilità per essere un po' più sicuri, meno timorosi e capaci di sfruttare quello che verrà a nostro vantaggio. Alla fine l'unica certezza che abbiamo è l'incertezza di non sapere cosa ci aspetta, e dobbiamo esserne consci.
Beh, concludo il post facendovi gli auguri per un sereno 2015 !
 

venerdì 21 novembre 2014

La risposta che non arriva...



Era un po' che non scrivevo sul blog, spero che i miei post vi siano mancati, se non vi sono mancati fa nulla.
Oggi voglio parlare delle risposte, non di tutte le risposte ma solo di quelle che non arrivano o tardano ad arrivare. Spesso nella vita di tutti i giorni, sia a lavoro, che a scuola o all'università tendiamo a porci delle domande, domande che spesso dovremo rivolgere ad interlocutori terzi, ma che in realtà poniamo a noi stessi. Questo porci delle domande è una delle caratteristiche che ci contraddistingue come specie vivente, ed infatti l'uomo si può definire anche come l'animale che si pone mille domande. Oggi pomeriggio, in treno ( luogo noto per fare pensieri ) , ascoltavo dei discorsi interessanti riguardo la morale, l'essere amorali e di come i filosofi avevano affrontato tale tema. Purtroppo dei filosofi mi ricordo ben poco, solo qualcosa fatto al liceo , nonostante andassi bene in filosofia. Ascoltando questi ragazzi, ho iniziato a pensare anche io , uno dei ragazzi ha parlato di una sorta di blocco ai pensieri, probabilmente simile al super Io freudiano , che inibisce i nostri pensieri... volendo fare un parallelismo con Cartesio e la sua celebre espressione " Cogito ergo sum ", e riflettendo sul fatto che dubitare è in qualche modo un sinonimo di domandare, o meglio di domandar-si, inizio a pensare che spesso noi stessi blocchiamo le nostre domande, forse per timore delle risposte, forse perché spaventati da quello che potrebbero pensare gli altri, ecc.
E' difficile riuscire a porre una domanda, ed è ancora più difficile farla al momento giusto ( Infatti io e il tempismo non andiamo proprio a braccetto ).
La vera difficoltà , spesso, non è quella di porre la domanda ma quella di saper accettare la risposta. Accettare la risposta, sembra una cosa semplice, ma spesso tendiamo ad accettarla in modi differenti. Uno dei modi con cui accettiamo una risposta è quello di ignorarla, allora ignoriamo la risposta e facciamo finta che nulla sia accaduto, ma alla fine illudiamo noi stessi di non averla mai ricevuta e quindi perpetuiamo comportamenti/atteggiamenti che non sono consoni a quella risposta. Altre volte, accettiamo la risposta con un semplice "si", ed in questi casi tendiamo anche a comportarci come si conviene, in seguito a tale risposta. Oltre a questi 2 modi, abbiamo anche un altro modo di accettare la risposta, quello di rifiutarla essendo coscienti della risposta, può sembrare paradossale ma anche rifiutare una risposta ricevuta è , in qualche modo, segno che l'abbiamo accettata come tale e quindi recepita, nonostante noi possiamo pensare di averla rifiutata alla fine ci comporteremo comunque in maniera conseguente alla risposta ricevuta.
L'ultimo caso che voglio affrontare è quello delle risposte che non arrivano, quante volte ci sarà capitato di porre le domande ma non ricevere risposte? Oppure di non ricevere risposte chiare ?
Beh, sicuramente è capitato a tutti e ognuno ha affrontato in maniera diversa questa situazione. Ci sono persone che l'hanno attesa a lungo rimanendo statiche sulla domanda, in pratica è come se fossero in quella eterna attesa, in un limbo dove esse attendono. Ci sono altre persone che hanno deciso di non aspettare, e quindi hanno posto domande ad altri senza curarsi più di quella risposta che non arrivava ed infine ci sono quelle persone che attendono la risposta ma non sono ferme, esse sono entità dinamiche che migliorano loro stesse per essere pronte quando arriverà quella risposta, si impegnano anima e corpo per essere "pronte", per essere "migliori", per essere "perfette" e "preparate" per il momento in cui riceveranno la risposta. Queste ultime, a mio parere, sono le più coraggiose, sono quelle persone che hanno la forza di aspettare e nello stesso tempo di migliorare nell'attesa, sono quelle persone che meglio conoscono loro stesse, perché si rendono conto del loro potenziale e di quanto possono valere. Sono però anche le persone più fragili che esistono, perché il loro migliorare è legato a quella risposta, ed a volte quando la risposta non è "positiva" cadono come castelli di carte... un tempo anche io appartenevo a questa categoria di persone, ed anche io sono crollato come un castello di carte più volte, ma poi è cambiato qualcosa, mi sono scocciato di cadere come un castello di carta ogni volta che una risposta fosse "negativa" ed ho deciso di migliorare non per la risposta ma per me stesso, ho spostato l'attenzione dalla risposta che attendevo alla risposta che io stesso potevo darmi, e questo credo che abbia decretato un grande miglioramento.
Vi invito quindi a spostare la vostra attenzione dalle risposte che attendete a quelle che voi stessi potete dare a voi, così almeno eviterete di crollare come castelli di carta ogni volta che la risposta sarà "negativa" o tarderà ad arrivare...

mercoledì 5 novembre 2014

La bellezza...



Premetto che questo sarà un post romantico ed a tratti troppo sdolcinato , persino per i miei standard.
La bellezza da sempre affascina la mente dell'uomo, e da sempre noi ne siamo attratti. La bellezza di un paesaggio, la bellezza di un gesto, la bellezza di una donna o di un uomo; la bellezza ci ha sempre accompagnato sin da infanti, inizialmente molti di noi esordivano nel dire : << mamma è bellissima ! >> oppure << papà è bellissimo! >>, ma all'epoca poco sapevamo della bellezza, e con gli anni iniziamo a comprenderla. La bellezza è un concetto tanto grande, quanto difficile da spiegare, è un qualcosa di soggettivo ma anche di oggettivo, è un concetto davvero troppo grande? Forse , lo è.
Ognuno di noi, quando vede una persona si sente in grado di giudicare se essa sia bella o brutta, quindi noi giudichiamo quella persona in base ad una sensazione, potenziale, che ci potrebbe suscitare. Oggi, in treno parlavamo di bei ragazzi e di belle ragazze, la ragazza che avevo affianco ha detto che noi "uomini" non siamo in grado di giudicare la bellezza di altri "uomini", sarà una sua convinzione, che però appoggio. Spiegherò brevemente il perché. Noi ragazzi, quando vogliamo piacere a qualcuno cerchiamo di farci "belli" ma spesso ci rendiamo belli seguendo quelli che sono i nostri canoni e finiamo per essere orrendi, o comunque non essere davvero "belli"; come ho detto prima, la bellezza è un concetto soggettivo ed è impossibile, o meglio molto difficile, riuscire ad essere belli ipotizzando di avere lo stesso canone di bellezza di un'altra persona. In qualche modo, è come se ci affannassimo a ricercare la bellezza per gli altri ma rimaniamo sempre legati al nostro ideale di bellezza. In tal proposito, anche io ho cercato di rendermi bello agli occhi di una fanciulla, ma la verità è che quella "convinzione" di bellezza era mia e non della ragazza su cui volevo fare colpo. Questo ci riallacciamo ad un aspetto particolare della bellezza, che è l'egoismo. La bellezza è egoista, è una percezione egoistica di noi stessi. Noi ci vediamo belli, e la scienza dimostra che ci vediamo fino a 10 volte più belli di quello che siamo; diciamocelo , tra di noi siamo un po' tutti narcisisti! Quindi, la nostra idea di bellezza riferita ad un punto di vista esterno è solo una mera illusione, in quanto per quanto possiamo sforzarci di cercare l'ideale di bellezza di un'altra persona, finiremo sempre con il tornare al nostro ideale di bellezza. Il concetto di bellezza, quindi già mostra delle sue caratteristiche particolari. Continuando la discussione, abbiamo giudicato altre persone ed ho assegnato ad ognuna di loro dei punti che valutano quanto siano belle esteticamente. Nel mentre della discussione, entra quasi di prepotenza un nuovo ideale di bellezza, la bellezza caratteriale. Premetto che la bellezza caratteriale, per me , è fondamentale nel valutare una persona ed anche una potenziale partner. La bellezza caratteriale, in generale, è un valore ultra-soggettivo. Infatti il carattere di un individuo e le sensazioni che ti trasmette grazie al suo modo di fare, alla fine determinano in "te" (inteso come soggetto generico) una serie di emozioni positive/negative ed in base a quelle noi cerchiamo di definire la bellezza/bruttezza caratteriale. Forse, la misura di bellezza caratteriale è la misura più egoistica della bellezza, in quanto è quasi a completo appannaggio del soggetto che esprime il giudizio e si base totalmente sulle percezioni emotive che si hanno riguardo una persona. In qualche modo, in base ad una azione positiva ricevuta / azione negativa subita si giudica un soggetto, e se ne definisce anche la bellezza caratteriale. In qualche modo, è possibile definire un/una ragazzo/a che fa tante stronzate nei tuoi riguardi come un soggetto dalla bellezza caratteriale pari a "0" mentre un ragazzo/a che compie buone azioni per te, è gentile , non è pesante ne pressante come un soggetto dalla bellezza caratteriale pari a "10". Alla luce di ciò che ho scritto fino ad ora, sembra che la bellezza sia solo una misura soggettiva. In realtà l'umanità nei secoli ha cerca di "standardizzare" la bellezza e di farle perdere quella soggettività che invece la rende unica è speciale. Lo "standard" del bel ragazzo alto, con le spalle larghe e ben curato; lo "standard" della bella ragazza, alta, snella, formosa senza eccessi dalla pelle luminosa ecc. Sono "standard"  dettati da una sorta di "coscienza comune" dell'umanità che alla fine tendono a rimuovere dalla bellezza la sua soggettività. Penso che oggi, in un mondo dove ci si dirige verso lo standardizzare ogni cosa, occorra iniziare anche a valutare la unicità delle cose, per me la vera bellezza è quella unicità che si ritrova poche volte nella vita, quella unicità che non è fatta di "perfezione" ma anche di "imperfezione" ,di "difetti" e di "occhiaie dovute alla stanchezza ", la bellezza non passa solo dagli "standard" essa è come un filtro unico che ognuno di noi ha insito nella propria mente. Questo mi porta a dire una cosa : << Hai detto: ma se stavo senza trucco e con i capelli nzevati ( risata ) >> ; la risposta che ti dovrei dare, ma che non ti ho dato, te la do qui : " non importa come appari a te stessa a volte, perché la bellezza che gli altri vedono spesso non è il tuo stesso ideale di bellezza, quindi anche se hai i capelli nzevati , ed è un dato di fatto, ma non sono quelli a determinare il fatto che una persona ti possa o meno vedere brutta...>>.

P.S. Fortunamente, ho fatto la premessa (XD)

lunedì 27 ottobre 2014

Dare il massimo... se si potesse farlo !


Penso che ad ognuno di noi sia passato per la mente quel pensiero che : " ma avrò dato il massimo? "; " ma forse le cose sarebbero potute andare diversamente se ... "; " ma perché non riesco ad essere come gli altri, che sembrano così perfetti ? ". Questi pensieri pervadono la nostra vita, e spesso sono davvero pensieri tristi. Sarà che negli ultimi giorni sono un po' giù di morale, sarà che vorrei dare uno scossone alla mia vita, sta di fatto che oggi mentre ero al passeggio con il mio cane questo pensiero mi pervade ed inizio a pensarci su, in questi momenti sono migliaia i pensieri che popolano la mia testa e tutti passano ad una velocità incredibile, talmente incredibile che è difficile anche metterli in ordine e magari esprimerli. Leggendo sul web, questi pensieri spesso vengono attribuiti alla nostra scarsa autostima, al fatto che siamo insicuri e a tante altre "cazzate" del genere. Per carità, lungi da me giudicare coloro che ne scrivono ma credo che nessuno di loro prenda in esame una risposta più semplice e banale. Quando noi cerchiamo di dare il massimo, che può essere il massimo in un esame, il massimo al lavoro ed il massimo anche nel conquistare una persona ci si rende conto che il massimo spesso è difficile da raggiungere. Perché è difficile, quindi, raggiungere il massimo? Esistono vari fattori che spesso ci impediscono di farlo, alcuni di essi sono fattori che riguardano la nostra psiche, esse sono le paure, le insicurezze ed anche magari il fatto che pensiamo a troppe cose contemporaneamente. In qualche modo tutte queste difficoltà non sono poi qualcosa di negativo, la paura spesso può innescare uno stato di necessità, e come dice il proverbio " la necessità aguzza l'ingegno "; ebbene si , aguzzare l'ingegno , quindi essere in grado di trovare soluzioni nuove a problemi noti, essere in grado di essere unici, essere particolari, essere creativi ed allo stesso tempo fantastici. L'altra difficoltà è l'insicurezza; beh, io sono un insicuro cronico, infatti non riesco mai ad essere sicuro al 100% di una cosa e l'unica volta che ne sono stato sicuro è andata a finire male, ma questo è un altro discorso. Il problema dell'insicurezza è che spesso ci blocca anche nelle cose più banali, ci fa sentire spesso inadatti, spesso ci abbatte e ci fa deprimere ( in questo sono un esperto, ho un master :P ) ma occorre anche sfruttarla a proprio vantaggio, spesso l'insicurezza ci porta ad immaginare un io che sia quasi perfetto, sicuro e capace, un io che alla fine è l'ideale di noi stessi e che vorremmo raggiungere, ebbene raggiungiamolo. Cerchiamo di sfruttare questa insicurezza come motore, come motivazione, come debolezza che possa permetterci di raggiungere l'ideale di noi stessi che vogliamo essere. L'ultimo dei problemi potrebbe essere l'accumulo di pensieri, su questo diciamo che ci sto ancora lavorando anche io, e vi dirò a volte mi si bloccano le parole perché già penso alle parole successive e mi si accavallano i pensieri ad una velocità  assurda. Questo è un bel problema, che penso si possa risolvere solo se si è rilassati, sinceramente credo che alla fine il più grosso dei problemi sia l'intorno che ci circonda. Spesso , noi non siamo insicuri perché lo siamo di default, cosa voglio dire? In pratica, noi spesso siamo persone con personalità leggermente diverse in base al posto dove ci troviamo o con chi ci troviamo, certo ci sono casi gravi di disturbi, mi pare il disturbo bipolare, ma un po' tutti abbiamo 2 facce, e dovremo cercare di ascoltare entrambe le nostre facce perché entrambe funzionano e creano quello che noi siamo. Forse , sembra strano che ne parli ma ci ho riflettuto un po', e mi sono reso conto che alla fine noi siamo in eterna lotta tra quello che siamo e quello che vogliamo essere, ma " quello che vogliamo essere " è spesso inibito dal contesto sociale nel quale ci troviamo, può essere la famiglia, gli amici, i nemici ecc. Siamo un po' come uccelli in gabbia, una gabbia fatta dal sistema di cui facciamo parte e dai retaggi relazionali con cui siamo entrati nel sistema che oggi ci vede come componente. Forse tutto questo sembrerà un enorme calcolo, una enorme serie di informazioni, parole ecc. ma alla fine , la domanda da porsi è : chi siamo? Se riuscissimo a rispondere a questa domanda forse capiremmo molto su di noi, e probabilmente potremmo anche riuscire ad ottenere quello che vogliamo. Io non so ancora rispondere a quella domanda, ma forse perché ho paura di indagare la risposta. La verità ,quindi, è che noi alla fine non riusciamo a dare il massimo perché siamo coscienti di non conoscerci affatto e quindi non riusciamo ad essere quello che siamo al 100%. Come possiamo affrontare le difficoltà che incontriamo tra noi ed il massimo, se non sappiamo nemmeno quale sia il nostro potenziale massimo? Con questa domanda concludo questa piccola riflessione, augurandomi che qualcuno possa trovare una risposta a queste domande.

sabato 25 ottobre 2014

Tempi che cambiano...



É difficile rendersi conto del tempo che passa e quindi risulta difficile anche stare al passo con i tempi. É difficile anche prevedere nel tempo e quindi riuscire ad avere quel tempismo perfetto nelle cose che si fanno, io sono un completo incapace in questo. Il problema del tempo é sicuramente fondamentale ed oggi ci si rende conto che il tempo é costituito da tempi diversi, la logica di questi tempi sembra difficile da comprendere ma forse possiamo capirci qualcosa.
Viviamo in un epoca dove si stanno manifestando tanti cambiamenti, un millennio che inizia portando il conto delle spese del millennio precedente, un millennio che influisce sulle persone e sulle cose, agisce sul pianeta dove sono visibili ancora più i grandi mutamenti.
Ieri 24 ottobre 2014 ho partecipato alla manifestazione della CGIL contro il jobs act e le modifiche all'articolo 18, questa manifestazione a mio parere ha avuto un suo valore simbolico ed ha mostrato quanto sia grande il divario tra vecchia e nuova generazione. Una vecchia generazione fatta si compagni di partito che crede nel sindacato come realtà giuridica che li rappresenta ed al contrario molti giovani che in realtà vogliono lottare per il proprio futuro, in qualche modo sembra paradossale tale sinergia, eppure entrambe le generazioni hanno cooperato. Si osserva quindi come il tempo cambia, come il futuro deve lottare per un futuro oggi occupato dal presente mentre il presente, in nome del passato idealismo , tende a lottare per mantenere la propria po posizione nel presente. In qualche modo non si é compreso che nel tempo i nuovi sistemi ( giovani) sostituiranno gli anziani e quindi occorre puntare sul fatto che essi, a differenza dei genitori , la pensano in modo nuovo ed alternativo , in un modo che in qualche modo ospita il cambiamento stesso della generazione. Purtroppo , e questo viene messo in evidenza spesso, i giovani sono figli di quella mentalità "antica" dei loro padri e quasi da invasati accettano tali idee, questo porta ad un problema di non cambiamento ma ad uno statismo delle idee che alla fine crea immobilità,  ulteriormente aggravata dal vecchio che prosegue nella preservazione del suo presente. Alla fine di ciò tra 50 anni ci ritroveremo allo stesso punto e questa lotta tra generazioni non finirà. Allora sarebbe utile, valutare un sistema di turnover generazionale che con l'anzianità e aumenti gradualmente i diritti durante il percorso lavorativo fino ad un massimo dopo cui si scende e lo Stato possa garantire misure del welfare di supporto alla perdita di diritti. Questo piccolo spaccato riflessivo, dovrebbe aiutare a farci comprendere che i tempi stanno cambiando ed arroccarsi su vecchi paradigmi  porterà solo al fallimento delle politiche del cambiamento, in quanto nulla cambierà...

venerdì 24 ottobre 2014

Il sistema !


Nell'immagine tutti i punti sono componenti del sistema linea e la funzione che lega questi punti e l'ordine in cui sono disposti.

Spesso sento parlare di sistemi da presunti conoscitori di cosa vuol dire un sistema, ma essi spesso ignorano che sistema non è solo un concetto è un modo di pensare, di essere e di relazionarsi. Il sistema non è solo un insieme di componenti, e le componenti da sole non sono un sistema; le relazioni e le componenti si uniscono in un sinolo che compone il sistema, quel sistema che tanto ci fa aprire la bocca e che alla fine ci fa chiudere le orecchie quando cerca di insegnarci qualcosa. Un sistema è composto da tutti noi, piccoli individui di questa società che nelle nostre città viviamo connessi l'uno con l'altro tramite relazioni. Le relazioni possono essere tante, e da qualunque punto le si osservi, nessuna di essere è identica ad un'altra ,anzi  è forse nell'uomo che si osserva la maggiore varietà di relazioni tra gli individui. Noi cerchiamo di schematizzarle tutte, ma in verità esse sono sempre sfuggenti, quindi per non farle fuggire occorre "viverle". Un sistema vivente non è tanto diverso da un sistema matematico, anche  esso si compone di componenti interagenti e quelle relazioni sono dette funzioni, ma non è fosse una funzione quella che consente l'adesione delle nostre cellule tra di loro? Non sono forse funzioni quella serie di reazioni biochimiche che avvengono in un organismo? Non sono forse funzioni le risposte dei sistemi agli stimoli?
Beh, si. Esse sono tutte funzioni... Funzioni di 2 o più componenti... In realtà una relazione può essere espressa da una funzione. Ma in realtà ciò che interagisce è l'insieme delle componenti dei 2 sistemi...
Ma se le componenti dei sistemi sono tra loro in relazioni, allora vorrà dire che noi stessi siamo un sistema e quindi siamo sistemi in un sistema più grande e che presenta relazioni con altri sistemi che sono composti da sistemi. Alla fine di quello che sembra uno scioglilingua ci rendiamo conto che noi siamo parte e tutto, siamo componenti + funzioni ma anche componente che può esplicitare una funzione con un'altra componente. Alla fine l'amore cosa è se non una relazione tra 2 componenti ? Lo so , direte che sono proprio cinico... e lungi da me esserlo, alla fine l'amore è una cosa bellissima e che sto riscoprendo ultimamente con molto piacere ( nota personale ) , ma se ci facciamo caso noi siamo componenti della funzione amore insieme ad un'altra componente che è la nostra amata, che può anche non ricambiare; però ci rendiamo conto che questo sistema che noi componiamo con chi amiamo ha anche un nome, e nel caso sia corrisposto, esso è "coppia"... ma le coppie non interagiscono con altri sistemi? Esse sono le famiglie, gli amici, gli amanti ( per chi li ha )... ecc. Questo piccolo appunto sui sistemi e su quanto poi essi siano reali nella nostra vita, ci porta a pensare che la vita è un sistema, un sistema enorme che è composto da tante componenti che siamo sia noi come esseri umani, ma anche tutti gli altri animali di cui facciamo parte anche noi e non solo abbiamo: le piante, i batteri, i funghi ecc. Il problema è che oggi, in una realtà che mira alla realizzazione del singolo si perde di vista il sistema in cui quel singolo si muove, magari egli migliora la sua condizione ma il sistema ne fa le spese. Invece se noi riuscissimo a pensare ad un miglioramento dell'intero sistema, anche le componenti e le relazioni tra di esse sarebbero migliori. Iniziamo a pensare al sistema di cui facciamo parte, a come porci con le altre componenti del sistema e iniziamo forse anche ad amare... questo era solo un mio pensiero ,al volo , sui sistemi !

P.S. Se leggete cretinate, non fateci caso sono innamorato e non sono padrone dei miei pensieri... XD

martedì 21 ottobre 2014

Domandarsi il perchè delle cose..



Il titolo può sembrare banale e forse lo è, ma in un mondo come quello moderno in cui l'accesso all'informazione è diventato semplice e alla portata di tutti si notano dei comportamenti un po' particolari.
Questa riflessione nasce dopo aver visto un video su youtube di Dario Moccia, che in qualche modo critica il popolo del web su alcuni aspetti , che fanno storcere il naso.
In particolar modo mi ha colpito quando ha parlato del fatto che oggi grazie ad internet è possibile ottenere tutte le informazioni che si vogliono e che , quindi, è possibile capire quando una notizia è una bufala o meno. Procediamo con calma e cerchiamo di capirci qualcosa.
Oggi esistono tanti siti che fanno informazione, oltre ai siti dei quotidiani ci sono anche blog indipendenti, testate estere ecc. In Italia, inoltre, è molto facile riuscire ad ottenere il titolo di "testata" da parte di un sito web. Ad esempio, se io volessi, potrei far diventare il mio blog una testata giornalistica una volta soddisfatti i requisiti; state tranquilli , ciò non accadrà. Il problema che però risulta evidente è che l'informazione tende ad essere molto dispersa, giustamente aumentano le fonti e il numero di informazioni che ogni fonte da è diverso. Questa dispersione dell'informazione però non è da considerarsi un male in quanto consente , se fatta con criterio, di avere una visione globale è più oggettiva rispetto ad un determinato argomento. Questo l'avevano già capito i nostri nonni e i nostri padri che la mattina compravano i 2-3 giornali più importanti e nelle loro teste assemblavo pezzi della stessa notizia per ottenere una visione globale. Il problema dell'informazione non si manifesta solo nelle notizie dei quotidiani, ma anche nelle informazioni che noi, studenti, riceviamo dai nostri testi scolastici ed universitari. In pratica, non abbiamo un testo che dica tutto dalla A alla Z, ma dei testi parziali che in qualche modo servono a darci una idea dell'argomento senza però essere in grado di darti tutti gli strumenti necessari per conoscerlo, questa parte dovrebbe essere appannaggio del professore che vi spiega l'argomento e lo integra con sue conoscenze. Tornando all'informazione, possiamo dire che questa frammentazione ha consentito anche lo sviluppo delle "bufale". Le bufale, non intendo le vacche da cui si ottiene la famosa mozzarella, sono "il male dell'informazione". Le bufale spesso le si ritrovano in blog dai dubbi contenuti, o da "testate" dai dubbi titoli che a volte vengono riprese anche da "testate" più autorevoli, sono famose le bufale apparse su Repubblica, Libero, il Fatto Quotidiano ecc. Il problema è che , spesso, sul web non esiste una figura di controllo delle informazioni; questa cosa potrebbe sembrare una limitazione della libertà del web, lungi da me limitarlo, ma un minimo di controllo ci dovrebbe essere. Ma chi dovrebbe fare da controllo? La risposta è semplice, stesso noi utenti del web dovremmo essere il controllo, dovremmo essere in grado di controllare le informazioni che leggiamo, magari approfondendole ( tanto sul web è facile farlo ) e magari leggendo anche articoli di critica a tali informazioni. Quindi, il mio è più un esortazione ad informarsi meglio riguardo ciò che si legge sul web e magari, questo, vi aiuterà a creare un modo di pensare più critico delle cose. In questa nuvola di bufale, esistono anche siti che in qualche modo ironizzano su di esse, premetto che adoro questo sito. Probabilmente avete già capito di che sito parlo, ebbene si ! Parlo proprio di Lercio, esso è un sito che diffonde notizie ovviamente fasulle, ma che sono ironiche nei riguardi delle notizie "bufala", spesso spacciate come grandi verità nascoste che nessuno ci svelerebbe mai, quindi magari vi invito a farvi 2 risate e , perché no, magari anche scrivere qualche articolo divertente per Lercio.
Adesso parliamo di cose serie, essendo uno studente di un settore scientifico quando leggo notizie al limite della razionalità o comunque che diffondono argomenti pseudo-scientifici tendo sempre a far comprendere che in realtà si tratta di "balle belle e buone" che alla fine servono a fare like e così , spesso e volentieri, creano nelle persone false speranze riguardo argomenti importanti. Sinceramente, non pretendo di essere il detentore della verità assoluta ma cerco comunque di informarmi e di valutare con attenzione ciò che viene scritto in questi articoli. In tal proposito vi voglio segnare un evento che si terrà a Napoli, presso l'Università Federico II il 5 novembre. L'evento è organizzato da " Italia Unita per la Scienza , di cui vi invito a visitare il sito web e la partecipazione è gratuita.
Per ulteriori informazioni riguardo l'evento vi invito a visitare il seguente link.
P.S. Informatevi, che solo con l'informazione e la conoscenza si può essere davvero liberi !