sabato 25 ottobre 2014

Tempi che cambiano...



É difficile rendersi conto del tempo che passa e quindi risulta difficile anche stare al passo con i tempi. É difficile anche prevedere nel tempo e quindi riuscire ad avere quel tempismo perfetto nelle cose che si fanno, io sono un completo incapace in questo. Il problema del tempo é sicuramente fondamentale ed oggi ci si rende conto che il tempo é costituito da tempi diversi, la logica di questi tempi sembra difficile da comprendere ma forse possiamo capirci qualcosa.
Viviamo in un epoca dove si stanno manifestando tanti cambiamenti, un millennio che inizia portando il conto delle spese del millennio precedente, un millennio che influisce sulle persone e sulle cose, agisce sul pianeta dove sono visibili ancora più i grandi mutamenti.
Ieri 24 ottobre 2014 ho partecipato alla manifestazione della CGIL contro il jobs act e le modifiche all'articolo 18, questa manifestazione a mio parere ha avuto un suo valore simbolico ed ha mostrato quanto sia grande il divario tra vecchia e nuova generazione. Una vecchia generazione fatta si compagni di partito che crede nel sindacato come realtà giuridica che li rappresenta ed al contrario molti giovani che in realtà vogliono lottare per il proprio futuro, in qualche modo sembra paradossale tale sinergia, eppure entrambe le generazioni hanno cooperato. Si osserva quindi come il tempo cambia, come il futuro deve lottare per un futuro oggi occupato dal presente mentre il presente, in nome del passato idealismo , tende a lottare per mantenere la propria po posizione nel presente. In qualche modo non si é compreso che nel tempo i nuovi sistemi ( giovani) sostituiranno gli anziani e quindi occorre puntare sul fatto che essi, a differenza dei genitori , la pensano in modo nuovo ed alternativo , in un modo che in qualche modo ospita il cambiamento stesso della generazione. Purtroppo , e questo viene messo in evidenza spesso, i giovani sono figli di quella mentalità "antica" dei loro padri e quasi da invasati accettano tali idee, questo porta ad un problema di non cambiamento ma ad uno statismo delle idee che alla fine crea immobilità,  ulteriormente aggravata dal vecchio che prosegue nella preservazione del suo presente. Alla fine di ciò tra 50 anni ci ritroveremo allo stesso punto e questa lotta tra generazioni non finirà. Allora sarebbe utile, valutare un sistema di turnover generazionale che con l'anzianità e aumenti gradualmente i diritti durante il percorso lavorativo fino ad un massimo dopo cui si scende e lo Stato possa garantire misure del welfare di supporto alla perdita di diritti. Questo piccolo spaccato riflessivo, dovrebbe aiutare a farci comprendere che i tempi stanno cambiando ed arroccarsi su vecchi paradigmi  porterà solo al fallimento delle politiche del cambiamento, in quanto nulla cambierà...

Nessun commento:

Posta un commento